Da un po' di tempo sto monitorando il giovane rapper pugliese Francesco Stasi, in arte Kig Yugi.
Mi piage il fraseggio, la timbrica vocale, molto somigliante ai rapper americani, e le tematiche trattate: dalla strada, ai complicati rapporti di coppia, alle crisi esistenziali, fino alla religiosità. Qualcuno parla di sessismo, di istigazione alla delinquenza (molti i suoi testi censurati), ma in verità dà uno spaccato reale su parte della nostra gioventù italiana.