
Finalmente ho potuto realizzare un sogno, vedere dal vivo la band più longeva della storia musicale italiana. Non avrei mai pensato, nel mio girovagare per l'Italia proprio come una nomade, di vederli dietro l'angolo, in un concerto gratuito per la Festa di San Girolano, in una delle cittadine dove ho insegnato per 5 anni Storia e filosofia, appunto Capoterra.
Era il 2002 quando grazie a una visita guidata a Modena e Reggio Emilia (terre dei miei avi "Trombi-Giglioli") con la 3A del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo e accompagnata dal collega di Storia dell'arte, ebbi la fortuna di incrociare un fan sfegato dei NOMADI: l'autista della corriera che ci portò in Emilia. All'epoca mi sembrò uno maniacale (mi batteva rispetto a Bowie), arrivando a farci ascoltare sia all'andata sia al rientro interi LP dei Nomadi, poi tornata a casa decisi di comprare i primi dischi di questa band e mi si aprì un mondo: testi ricchi di storia e filosofia e delle firme speciali come quelle di Daolio e di Guccini.
La BAND ha attraversato negli anni tante trasformazioni, ha conosciuto lutti, ha visto entrare e uscire nuovi componenti, ma la formazione di oggi, ricorda per bravura quella degli albori del 1963.

Da sinistra:
Solitamente non amo riprendere i concerti con il cellulare, perché voglio vivere il momento appieno, però ho voluto fare un medly di tutti i brani eseguiti il 21/09/2025. Manca solo il saluto finale (l'inno alla gioia in chiave rock), perché mi si era scaricato il cellulare.
Altro momento iconico: l'assolo di violino di Sergio Reggioli
Infine la cifra dell'esistenza stessa dei nomadi "Vagabondo che non sono altro", brano che mi descrive nel mio peregrinare tra città e paesi. Il coro di tutti i presenti è stato emozionante.