NOMADI, CAPOTERRA - DOMENICA 21 SETTEMBRE 2025

Finalmente ho potuto realizzare un sogno, vedere dal vivo la band più longeva della storia musicale italiana. Non avrei mai pensato, nel mio girovagare per l'Italia proprio come una nomade, di vederli dietro l'angolo, in un concerto gratuito per la Festa di San Girolano, in una delle cittadine dove ho insegnato per 5 anni Storia e filosofia, appunto Capoterra.

Era il 2002 quando grazie a una visita guidata a Modena e Reggio Emilia (terre dei miei avi "Trombi-Giglioli") con la 3A del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo e accompagnata dal collega di Storia dell'arte, ebbi la fortuna di incrociare un fan sfegato dei NOMADI: l'autista della corriera che ci portò in Emilia. All'epoca mi sembrò uno maniacale (mi batteva rispetto a Bowie), arrivando a farci ascoltare sia all'andata sia al rientro interi LP dei Nomadi, poi tornata a casa decisi di comprare i primi dischi di questa band e mi si aprì un mondo: testi ricchi di storia e filosofia e delle firme speciali come quelle di Daolio e di Guccini.

La BAND ha attraversato negli anni tante trasformazioni, ha conosciuto lutti, ha visto entrare e uscire nuovi componenti, ma la formazione di oggi, ricorda per bravura quella degli albori del 1963.

Da sinistra:

  • il modenese Giuseppe Carletti - detto "Beppe" - (1946), lo storico fondatore insieme ad Augusto Daolio del Gruppo, cantautore, tastierista e fisarmonicista;
  • il polistrumentista marchigiano Sergio Reggioli (1970) conterraneo di G. Leopardi, è entrato nei Nomadi nel 1998, chitarrista, corista e virtuoso violinista;
  • il cantante modenese Yuri Cicconi (1973), si è unito ai Nomadi nel 2017, voce colorata ma non possente come quella del piemontese Danilo Sacco  - ex cantante del gruppo dal 1993 al 2011. Ineguagliabile la voce dell'indimenticato Augusto, oramai da anni due cantanti si alternano nei pezzi storici del gruppo;
  • il giovane batterista palermitano Domenico Inguaggiato (1987), l'ultimo arrivato appena nel 2023. Per suonare la batteria ci vuole talento, estro, energia e Domenico riassume tutte queste qualità; 
  • il bassista reggiano Massimo Vecchi (1970), uno degli storici, presente initerrottamente dal 1998. E' la seconda voce dei Nomadi, alcune volte in alcuni classici, per la sfumatura particolare della sua timbrica, anche la prima. Uomo di sostanza ma abbastanza taciturno come il batterista Domenico;
  • infine l'ironico Calogero Falzone (1956) - conosciuto come "Cico": il cognome siciliano tradisce la parlata tipicamente emiliana. Oltre a essere logorroico come anchorman del gruppo, è in grado di suonare qualsiasi tipo di chitarra (classica, elettrica). Dal 1990 aiuta un po' tutti nei cori, nei controcanti con la sua verve estrosa ed eclettica.

Solitamente non amo riprendere i concerti con il cellulare, perché voglio vivere il momento appieno, però ho voluto fare un medly di tutti i brani eseguiti il 21/09/2025. Manca solo il saluto finale (l'inno alla gioia in chiave rock), perché mi si era scaricato il cellulare.


Altro momento iconico: l'assolo di violino di Sergio Reggioli

Infine la cifra dell'esistenza stessa dei nomadi "Vagabondo che non sono altro", brano che mi descrive nel mio peregrinare tra città e paesi. Il coro di tutti i presenti è stato emozionante.


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